GIUSEPPE MOSCA - I6TIH

 

CERIMONIA CONSEGNA  ATTESTATO  ARMI  AD “HONOREM”

 

16 DICEMBRE 2011


     
 

 
     

Giuseppe Mosca nasce, come si suol dire, con la radio nel sangue. Da piccolo non poppava latte materno, ma elettrolita e la sua pap­pa era composta di limatura di quarzi, olio di vasellina, tubetti ster­lingati, pasta salda e stagno. Incominciò prestissimo a giocare con bottiglie e botti­gliette varie  che si illuminava­no all’interno in un groviglio di fili e placchette assieme a dei pic­coli ventagli e  cannelloni avvolti. Da questi grovigli spesso  usciva pure qualche gracida voce. In seguito le sue esigenze aumentarono e cosi’ incomincio’ ad intrecciare fili, bottiglie, bottigliette etc, riuscendo a trasmettere e diffondere nell’etere il suono, la sua voce, collegando tutto il mondo per lavoro e per diletto.

Per riassumere la sua attività radiantistica ci vorrebbe un tomo ma cer­cherò di farlo con poche parole. A parte il primissimo periodo di spe­rimentazione con il professore di fisica e matematica Salvatore Miritel­lo ed altri, svolse giovanissimo l’attivita’ di operatore radio  nella locale Stazione Radio Costiera Sambenedettese, IQP dal 1950 al Giugno del 1956 e nel contempo eseguiva installazio­ni radio  a bordo della flottiglia peschereccia Sambenedettese.

In seguito divento' Insegnante Tecnico Pratico (I.T.P.) presso l’I.P.S.I.A. (Istituto Professionale Statale Industria e Ar­tigianato) di San Benedetto del Tronto, istituto con indirizzo prettamente tecnico-marinaro dove rimase fino alla pensione. E’ il decano e maestro della Sez. ARI di S. Benedetto del Tronto, benvoluto e stimato da tutti.

E’ un tipo schivo, calmo e per que­sto non ama la ribalta, così che la cerimonia l’ha voluta presso la locale Sez. in compagnia dei suoi amici in una calma, allegra e serena atmosfera. Tanti gli aneddoti raccontati, com­presa quella della cassa panca, quando prestava servizio presso la Radio Costiera. Una  notte di Gennaio, notte più fredda del solito, fu costretto, a causa della temperatura sotto lo zero, a chiudersi dentro una cassapanca dopo aver prolungato il cavo della cuffia e microfono.

L’unico inconveniente consisteva nella lamentela dei corrispondente che evidenziava una trasmissione con toni vocali rimbombanti, come provenienti dall’aldila’ ma, il vero problema in un ambiente cosi’ angusto era…………..trascrivere i fonogrammi.


di Vittorio Presutti, I6PMV Coordinatore ARMI Regione Marche-Abruzzo